Monday, March 31, 2003

una musica crudele: cos� un grande del jazz di oggi (javier girotto) dieci anni fa, proprio con queste parole, mi spiegava il tango e le composizioni di astor piazzolla, domenica macabra per famiglie a napoli oggi su la stampa

Saturday, March 29, 2003

quelli del tanto peggio: di giuliano zincone, corriere.

con un articolo del direttore, riccardo barenghi, il manifesto (�quotidiano comunista�) recupera il suo ruolo tradizionale di coscienza critica della sinistra. la domanda di barenghi, rivolta al popolo pacifista, � molto semplice, in apparenza: �che cosa speriamo per l�iraq, una guerra breve o una lunga, feroce battaglia?�. il pacifista puro e semplice non avr� esitazioni: non si deve combattere, non si deve uccidere, e basta. ma le bandiere arcobaleno che sventolano da molti balconi (compreso il mio) nascondono motivazioni diverse.
e barenghi mostra onest� e coraggio, quando sollecita una risposta dalla sua sinistra, che, come egli afferma, �non ha alle spalle una storia e una cultura pacifista�.
negli immensi cortei che attraversano le nostre citt�, garriscono emozioni variegate e (forse) inconciliabili. il vessillo del guerrigliero professionista che guevara, per esempio, non ha niente a che vedere con la pace, anche se evoca un misterioso slogan degli anni sessanta: �guerra no, guerriglia s�. l�ambiguit� di un certo pacifismo, del resto, � ben nota: nelle nostre piazze si gridava �pace in vietnam�, ma anche �vietnam vince perch� spara�, poi quelli che volevano il �cile libero� si scontravano con i militanti che invocavano il �cile rosso�.
la guerra in iraq alimenta molte ipocrisie e molte contraddizioni, a partire da quelle che riguardano la concessione delle nostre basi militari. come si fa a sostenere che i paracadutisti americani partano da vicenza per eseguire missioni di pace? e perch� mai dovremmo sostenerlo, quando l�alleanza con gli usa ci induce (come minimo) a non essere ostili?
sui giornali e nei talk show televisivi, assistiamo a rinfacci miserabili. la destra accusa i pacifisti di essere succubi di saddam e (addirittura) �fascisti rossi�. la sinistra sostiene che gli avversari bellici della dittatura irachena siano semplicemente �servi di bush�. e� normale che, in tempo di guerra, si esasperino i sentimenti e le emozioni. la guerra breve (e il trionfo angloamericano), egli sostiene, eviterebbero il perpetuarsi della carneficina. la guerra lunga impartirebbe una dura lezione al pentagono, e indurrebbe gli americani a rinunciare al loro proposito di impadronirsi dell�intero medio oriente e dell�intero pianeta, scatenando una sequela invincibile di �guerre lampo�.
le posizioni dei pacifisti sono diverse, almeno quanto i colori delle loro bandiere. c�� (perch� negarlo?) chi detesta sempre e comunque gli americani. c�� chi non capisce perch� mai l�accusa di �antiamericanismo� sia un insulto, poich�, in una societ� liberale, non sembra illecito criticare anche alcuni comportamenti degli alleati. c�� chi ritiene che il papa, strenuo avversario della guerra, non sia un estremista di sinistra. c�� chi non capisce il motivo di questo conflitto, perch� non crede nell�amicizia tra saddam e osama, perch� non pensa che le �armi di distruzione di massa� siano pi� pericolose di un semplice dirottamento aereo, n� di un kamikaze fanatico. ci sono, infine, i cittadini non ideologizzati che temono una diaspora del terrorismo, frutto avvelenato dell�umiliazione e della frustrazione islamica. riccardo barenghi, sul manifesto , parla soltanto con i suoi lettori, aggredisce le contraddizioni della sinistra. ma la sua domanda � anche la nostra. che cosa vogliamo, una guerra lunga, o una guerra breve? la mia risposta � molto semplice: breve, brevissima. cio�: finiamola subito. non voglio pi� vedere nemmeno un morto. mi fanno pena i civili, ma anche i militari.

Friday, March 28, 2003

25 novembre 1961: l'ambasciatore dell'urss recapit� a ... oggi sul corriere

il 25 novembre 1961 l'ambasciatore dell'urss recapit� a giovanni xxiii un telegramma di auguri per il suo ottantesimo compleanno firmato dal leader sovietico nikita kruscev, un episodio la cui genesi non � ancora del tutto esplorata. ora, una testimonianza inedita ridisegna il quadro e individua, soprattutto, come promotori dell'operazione, personaggi finora rimasti in ombra, a partire da don giuseppe de luca. l'intervento - intitolato quasi una spy-story (kennedy-kruscev-papa giovanni-de luca-togliatti) , che compare sul prossimo numero della rivista bailamme , � firmato da romana guarnieri, oggi una straordinaria novantenne, compagna spirituale di don de luca. la mossa distensiva scaturirebbe da un lungo lavor�o diplomatico con radici profonde a roma e in vaticano. secondo la guarnieri, la prima traccia � del giugno 1961 (giovanni xxiii ha appena emanato la mater et magistra ). il papa, una domenica, parla a de luca dell'idea di aprire un contatto con l'urss. de luca, dopo la messa, chiede a romana: �sai tenere un segreto?�. �oddio, s�. se si tratta di una cosa importante�. rassicurato, incomincia a narrare. e' tornato da poco da un incontro col papa: �"ricordi l'incontro tra kennedy e kruscev (ndr: � l'incontro di vienna del 1961)". "certo che ricordo, un fallimento...". "e invece no. vero niente". "ma che dici?". "s�, proprio cos�. ma tu mi assicuri, vero? acqua in bocca. al papa � appena giunto per via privata un rapporto segretissimo, al di fuori delle solite vie amministrative... un rapporto dettagliatissimo"�.
la guarnieri sintetizza: �a farla breve, d'accordo entrambi. a insistere con la politica del braccio di ferro... si finiva con una catastrofe. urgeva cambiare strada... ebbene... i due congiurati (ndr: kruscev e kennedy) avrebbero convenuto che ad aiutarli a salvare la situazione (e la faccia) non c'era che un solo uomo, il quale sollecitato da loro e manovrato da un'opinione pubblica manovrata a dovere, avrebbe... potuto presentarsi... nelle vesti... del mediatore super partes. lui, il papa... credibile rappresentante agli occhi del mondo intero del "partito della pace"�. ci vuole, per�, un canale autorevole e affidabile. lo pu� assicurare il legame - risalente al 1944 - fra il capo del pci e de luca. �il quale don giuseppe - scrive la guarnieri - non a caso aveva ripreso i rapporti con togliatti sin dal primo di gennaio del '61. senza informarne il papa? impensabile�.
e' il prologo al colpo di scena. passato qualche mese - � ancora la guarnieri a ricordare - de luca le racconta l'incontro con togliatti per una cena - �spartanissima� - a casa di franco rodano: siamo ai primi di ottobre, togliatti � in partenza per mosca, per il xxii congresso del pcus. una conferma viene da una finora inedita lettera di de luca a monsignor loris capovilla - il segretario di giovanni xxiii - in cui si ricorda �una cena in casa di intimi suoi e miei, dalle 20,30 all�una con togliatti�. in quelle tre ore e mezzo a casa rodano, dunque, viene messa a punto la strategia che approder� al famoso telegramma che arriver� in vaticano pochi giorni dopo, con togliatti che �inform� kruscev sulla disponibilit� del papa a ufficializzare un cambiamento di rotta nella politica est-ovest�.
l'opinione di guarnieri � che la trama sia stata disegnata dal papa assieme a de luca contando sulla disponibilit� di rodano e quindi di togliatti. ci� anticipa episodi fino ad oggi pi� noti: la mediazione di norman cousins, giornalista americano legato all'ambiente kennediano e con buoni rapporti al cremlino. un accenno alla vicenda era gi� apparso in un libro di qualche anno fa ( l'inchiostro verde di togliatti , uscito da simonelli) a firma di massimo caprara, a lungo segretario di togliatti, che ricordava di aver accompagnato una sera il migliore fino al portone di palazzo lancellotti, sede delle edizioni di storia e letteratura, concessa in uso dal principe lancellotti su garanzia e mediazione di domenico tardini a cui don de luca voleva dedicare gli archivi di storia della piet�: �tornai a riprenderlo... dopo qualche ora. togliatti usc� mostrandomi il testo di un telegramma che avrebbe fatto epoca. mi disse con vivacit�: "ho concordato questa iniziativa in quelle stanze, tra quegli scaffali". il giorno dopo part� per mosca. dalla capitale dell'urss giunse a roma un telegramma al nuovo papa... era il 25 novembre 1961�.
rispetto a caprara, la guarnieri avanza alcune correzioni. soprattutto sul luogo dell'incontro, in base a una testimonianza orale di rodano che definisce �minutato� a casa sua il telegramma che kruscev avrebbe dovuto spedire al papa.
caprara, oggi, sulla vicenda non d� troppa importanza a queste contraddizioni: �ha un peso notevole la conferma che il papa era naturalmente informato dei rapporti con togliatti tessuti da don giuseppe de luca. questi rapporti furono densi e alti, non di compromesso, ma di serena e coraggiosa valutazione, di confronto ritenuto necessario tra il comunismo e la chiesa e quindi anche tra la fede e l'ideologia. quanto alle discrepanze, sottile ma non determinante, mi sembra la differenza tra "minutare" e "scrivere"�.

Thursday, March 27, 2003

john coltrane: penso a lui e al suo modo di intendere la musica, almeno per come l'ho capito io. una via cio� per conoscere. sempre da punti diversi. lui ad esempio nelle sue improvvisazioni prendeva una frase musicale e la girava in tutti i modi possibili. questo non solo sotto l'aspetto armonico, ma anche ritmico. una cosa dunque che permetteva con gli stessi elementi musicali trasformazioni infinite. certe volte era bellissimo. altre diventava terribile, almeno per me.

tuttavia questo � secondo me il modo con cui si devono usare in mezzi che abbiamo a disposizione per leggere e scrivere quello che ci circonda. una riscrittura continua da orizzonti diversi. che vanno incrociati. ogni volta per costruire una visione nuova e diversa. senza perdere di vista la frase iniziale.

Wednesday, March 26, 2003

edizione straordinaria: ma io ho bisogno di una boccata d'aria. questo era il titolo di una canzone bellissima del mio amico giuseppe gaetano, cantante jazz con cui suonavo anni fa. bei tempi, come diceva mio nonno.

Tuesday, March 25, 2003

nulla si sa... nelle guerre di un tempo esistevano i �bollettini�. sergio romano oggi sul corriere

nelle guerre di un tempo esistevano i �bollettini�, vale a dire i comunicati che i comandi supremi diffondevano ogni giorno sullo stato delle operazioni militari e che i cittadini italiani, all�inizio del secondo conflitto mondiale, ascoltavano in piedi, silenziosamente. nei giorni buoni il linguaggio era ampolloso e retorico; nei giorni cattivi o mediocri, era burocratico e reticente. le espressioni pi� frequentemente usate erano allora �eroica resistenza�, �ripiegamento tattico�, �fuoco di sbarramento e di interdizione�, �movimenti di pattuglie�. oggi i bollettini sono scomparsi. esistono al loro posto i discorsi, le dichiarazioni, le conferenze stampa. ieri saddam ha commentato per mezz�ora i �trionfi� dell�esercito iracheno contro il nemico. domenica george w. bush ha commentato a caldo la vicenda dei marines catturati nei pressi di nassiriya. nello stesso giorno donald rumsfeld, segretario della difesa, si � esposto alle domande dei giornalisti nel corso di una lunga conferenza stampa. qualche giorno prima il vicepresidente iracheno tarek aziz � apparso in pubblico per smentire le voci della sua fuga.
fra una conferenza stampa e l�altra il ministro iracheno dell�informazione mohammed saeed al-sahaf ha rilasciato dichiarazioni sarcastiche e aggressive. non passa giorno senza che i maggiori protagonisti dell�amministrazione americana (colin powell, donald rumsfeld, condoleezza rice, i vertici delle forze armate) diano interviste alla stampa o alla televisione.
nell�era dell�informazione globale l�uomo pubblico � costretto a salire sul palcoscenico per spiegare gli eventi e ribadire la sua certezza nell��immancabile vittoria finale�. forse l�aspetto pi� interessante in questa guerra della comunicazione � la convinzione di ogni oratore che dio sia sempre immancabilmente dalla sua parte. mentre il discorso pronunciato ieri da saddam � carico di riferimenti coranici, quelli di bush hanno generalmente il tono profetico delle omel�e dei pastori evangelici.
ogni oratore, naturalmente, ha il suo stile. saddam dice cose terribili con un volto impassibile, scolpito nel legno. tony blair offre la stanchezza dei suoi lineamenti e le borse sotto gli occhi come prova della sua sincerit� e buona fede. tarek aziz � sarcastico, volpino, forse il solo iracheno che potrebbe recitare con successo la parte del genio cattivo in un film di james bond. il generale tommy franks � legnoso, austero, affidabile. condoleezza rice � tagliente, arguta, aggressiva. donald rumsfeld � una specie di buster keaton cattivo. mentre il grande attore del cinema muto usava la propria impassibilit� per suscitare il riso, rumsfeld se ne serve per suscitare il terrore. colin powell � uno straordinario preside di scuola media, buono ma fermo e capace di dimostrare che nulla lo addolora quanto l�obbligo di trattare i ragazzi cattivi con rigore e severit�.
chi vince e chi perde in questi duelli a distanza fra i leader dei due campi? molto dipende, naturalmente, dalle circostanze del momento e soprattutto da ci� che l�oratore ha detto in occasioni precedenti. con il discorso di ieri saddam ha segnato due punti. in primo luogo ha dimostrato di essere vivo e ha smentito implicitamente la tesi americana secondo cui il suo regime si starebbe disintegrando. in secondo luogo ha potuto usare gli scontri del giorno precedente per dare credibilit� all�affermazione secondo cui gli iracheni si sarebbero battuti contro gli anglo-americani con lo stesso spirito con cui si erano battuti contro gli invasori mongoli del xiii secolo.
per le stesse ragioni donald rumsfeld, domenica, era evidentemente in imbarazzo. negli scorsi mesi i leader dell�amministrazione americana avevano diffuso la convinzione che il regime iracheno fosse costituito da una cricca di furfanti, che il popolo fosse oppresso brutalmente da un sistema poliziesco e che le forze armate irachene sarebbero state felici di arrendersi. � possibile che questa previsione si avveri. ma i fatti di domenica davano ragione a saddam, non a rumsfeld.
la maggiore stonatura tuttavia � apparsa nelle brevi dichiarazioni di bush sui marines catturati a nassiriya. ci aspettiamo, ha detto il presidente, che vengano trattati umanamente. ma come � possibile attendersi un trattamento umano da un sistema politico che lo stesso bush ha definito per pi� di un anno malefico e canagliesco? se l�iraq pu� trattare umanamente i suoi prigionieri, � ancora giusto considerarlo un brigante internazionale?
un�ultima precisazione. questi duelli della comunicazione, combattuti a distanza sulle onde della televisione, sono match effimeri. vince chi pu� sfruttare una buona notizia, perde chi appare contraddetto e smentito dalla realt�. ma il giorno dopo si combatte un nuovo match in circostanze forse diverse. e nella guerra dell�informazione la vittoria di un giorno annulla, nella memoria dei telespettatori, la sconfitta del giorno prima.

Monday, March 24, 2003

1854: ho regalato un libro antico a valentina. un oggetto che ha attraversato gli ultimi due secoli. immune. lui c'era gi� quando l'italia non era ancora unita e a roma il papa resisteva. c'era gi� quando le nubi si addensarono terribilmente sull'europa nel 1914. e c'era gi� nel 1940 e c'era nel periodo 1943-45: l'epoca della guerra civile.

chi leggeva le rime sparse di petrarca commentate da leopardi, cosa pensava? si sentiva come noi in questi giorni analogamente oscuri, difficili come quelli che ho ricordato sopra? su quelle pagine il segno grafico a quali pensieri rimandava nel lettore?

Friday, March 21, 2003

convenzione di ginevra: oggi gli inglesi hanno fatto sapere che stanno trattando bene i prigionieri iracheni. ma questo succede non in onore alle convenzioni e agli accordi internazionali figli del mondo dell'altro secolo. avviene perch� lo si decide, ed � cosa che fa parte della propria cultura.

ecco un altro strappo della storia. si ricostruisce il sistema delle relazioni e degli usi degli uomini. e non in accordo a quello che � successo dal 1949 in poi. cos� mi sembra che vada la storia. a strappi. e non seguendo uno sviluppo.
'wave of steel': sull'home page di cnn.com. comincia la propaganda.

Thursday, March 20, 2003

stamattina: un'altra volta per strada non ho visto nessuno. era gi� successo tempo fa. sembra strano (ma non lo �) ma questa situazione alla fine coinvolge tutto e tutti. io per me cerco sempre in queste situazioni di evadere, lo ammetto. anche perch� adesso sono costretto dal lavoro a seguire le news minuto per minuto. maronna!
una cosa: rapida e indolore, intanto: satrapie e dittature su la stampa. ma non mi convince affatto il parallelismo su bush e le dittature. anche se sono convinto che bush sia il peggiore presidente degli usa degli ultimi 50 anni.

Wednesday, March 19, 2003

per�: ostellino sul corriere dice che in italia viviamo una fuga verso l'ideologia nell'affrontare la questione della guerra. giusto. per� non � che succeda la stessa cosa anche all'interno degli altri stati? e noi non lo sappiamo, perch� non lo vediamo. forse.
"l�acqua � il sangue del pianeta": disse leonardo da vinci. nel 2003 il pi� grande paese termale svizzero, ovvero leukerbad, dimostrer� in quale misura il pianeta dipenda dall�elemento "acqua". sempre ragionamenti in grande. come la guerra, gli usa la francia etc. bisogna per� tornare alla dimensione individuale. al quotidiano. difficile ma si pu� fare.

Tuesday, March 18, 2003

ecco fatto: io per� gi� non ce la faccio pi�. per oggi bulgaria. dal cremlino alla casa bianca ma sempre fedelissima cazzullo su la stampa

Monday, March 17, 2003

fate presto!: chi ricorda la prima pagina del corriere 1980 dopo il terremoto in irpinia poi ritratta da warhol?

Friday, March 14, 2003

Thursday, March 13, 2003

grazie a fede-jim: che mi cita sul fatto che blair abbia posto come prima condizione che saddam vada in televisione a dare le sue assicurazioni al mondo. secondo me � estremamente significativo che la prima condizione per �creare� la realt� sia quella di andare in tv. solo l� saddam avrebbe la possibilit� di salvarsi. indirettamente quindi anche blair e gli altri allora �costruiscono� la realt� di cui fruiamo noi tutti i giorni, indipendentemente da �come stanno le cose�. non faccio il discorso pacifista del fatto che ci fregano, dico solo che �il media� anche per l'onu oggi ratifica la realt�
il punto della situazione: �la strettoia del lavoro tra posto fisso e stage� severgnini sul corriere di oggi.

siete giovani, avete finito gli studi, cercate lavoro? leggete questa lettera, e ditemi se vi fa arrabbiare. l'ha scritta un dirigente d'azienda del sud-est (pugliese, credo, ma non ha specificato). ho riassunto il testo, ma ho conservato concetti ed espressioni. �caro severgnini, lei ha parlato delle difficolt� dei giovani nel trovar lavoro. vorrei raccontarle l'altra faccia della medaglia. e mi scuso se non parlo dei grandi cervelli in fuga, ma di normali lavoratori. tempo fa ho dovuto cercare una persona cui affidare funzioni di segreteria e contabilit� dell�azienda che dirigo. ho racimolato 80 diplomati e 15 laureati, e ho seguito personalmente i colloqui. la stupir�, ma i risultati sono questi. i laureati hanno aspirazioni tali da rendere impraticabile, oltre allo stipendio, la loro gestione; nessuno - me lo faccia dire - si abbassa a fare un lavoro che non preveda la direzione di un dipartimento! perdoni l'esagerazione, ma volevo rendere l'idea. gli altri non solo sanno poco (a questo si pu� porre rimedio), ma non hanno nessuna voglia di lavorare e di imparare. chiedono prima lo stipendio, le ferie e poi di che lavoro si tratta. ecco l'altra faccia: c'� chi cerca e non trova. cordiali saluti, sergio civino sergio.civino@virgilio.it �.
la lettera, pubblicata su italians , ha provocato reazioni simpaticamente furibonde. ne cito una. scrive paolo ares morelli ( paolomorelli@tin.it ): �trovo l'intervento del signor civino offensivo e lontano dalla realt�. ai laureati le aziende offrono posti di stagisti senza possibilit� reali di assunzione, a meno che non abbiano conoscenze in azienda (e per "conoscenze" non intendo capacit�).
quando un laureato si candida per un lavoro che non richiede grandi competenze, non viene preso in considerazione (si pensa sia in attesa di altra occupazione). io sono laureato in giurisprudenza, scrivo, frequento la scuola per la magistratura. sono istruttore di arti marziali. in passato ho fatto il ragioniere e il cameriere. continuo a lottare per emergere, per ottenere l'indipendenza economica e le assicuro, signor sergio, che interventi come il suo mi fanno arrabbiare. facciamo cos�: assuma me, le faccio da segretario. mi accontento della paga sindacale e di un contratto a tempo indeterminato. disponibile subito�.
perch� ho scelto queste lettere? perch� mi sembra riassumano due visioni del mondo (del lavoro). sergio offre un posto; paolo lo cerca. ma domanda e offerta non s'incontrano. il mio cuore e buona parte del mio cervello (non tutto, dir� poi perch�) sta con paolo e coi ragazzi che cercano lavoro, e trovano palliativi o porte in faccia (non so cosa faccia pi� male). non dirigo un'agenzia di collocamento: ma quando ho lavorato con ragazzi e ragazze ho sempre trovato entusiasmo e voglia di fare. fatico a credere, signor civino, che su 95 giovani intervistati non ce ne fosse uno adatto (non � che nei colloqui v'ispirate agli interrogatori dei talebani a guantanamo)?
mi resta per� un dubbio, come dicevo. ditemi, ragazzi: il mitico contratto a tempo indeterminato non sta diventando una zavorra? le aziende - come sapete - lo temono, e pur di evitarlo le studiano tutte (se va avanti cos�, dovremo cambiare la costituzione: �l'italia � una repubblica fondata sullo stage�). molti di voi per� considerano il posto fisso l'unica garanzia accettata da tutti: dal partner in vista del matrimonio, dai genitori, dalle banche, dalla vostra autostima. quando la spuntate, per�, scoprite che l'avete pagato carissimo, quel posto. se lo stipendio mensile � 1.500 euro, quanto vale la garanzia di riceverli mese dopo mese, anno dopo anno? altrettanti, almeno. le aziende non lo diranno mai, ma � cos�. pagati poco, ma pagati sempre. come gli insegnanti, capifila dei �quasi poveri�.
posto fisso o stage, inamovibilit� o precariet�. se in italia non usciamo da questa strettoia - e non sarebbe difficile, se ci fosse la buona volont� - ai giovani non rimarr� che scendere nella palude della discrezionalit� (spinte, raccomandazioni, pastette). speriamo di no: � acqua che puzza.
per valentina: le nuvole se ne andranno e finalmente guardare controluce non ci far� pi� male

Wednesday, March 12, 2003

selezione naturale: come sembra bello poter scegliere chi ti ascolta. e poi decidere cos� chi ti pu� seguire senza troppo impegno. pensare che qualcuno ha ancora in testa di ortopedizzare la lingua a fini politici. arimamma mia, peggio dei nazi.

Tuesday, March 11, 2003

reduce: da una intossicazione alimentare. mamma mia

Friday, March 07, 2003

nebbia: in una giornata che mi aspettavo migliore. �il caso mattei archiviato. con un sospetto all�italiana� di dario di vico. corriere di oggi

fu dunque la dc a ordinare l�omicidio mattei? sulla stampa di ieri sono comparsi ampi stralci delle conclusioni a cui � arrivato il sostituto procuratore di pavia, vincenzo calia, titolare dell�inchiesta sulla tragica scomparsa di enrico mattei. l�avvenimento risale all�ormai lontanissimo 27 ottobre del 1962 quando l�aereo che ospitava il presidente dell�eni si schiant� al suolo nella campagna pavese. il magistrato ha chiesto l�archiviazione dell�inchiesta ma ha vigorosamente argomentato come, a suo giudizio, mattei sia stato vittima di un attentato i cui mandanti vanno cercati in italia. calia ammette esplicitamente di non aver trovato �prove� che diano sostanza giuridica alla sua interpretazione - da qui la richiesta di archiviazione - ma formula una teoria complottarda che porta alle responsabilit� della dc di allora e dei manager che erano stati pi� vicini allo stesso mattei (leggi eugenio cefis). �l�esecuzione dell�attentato - spiega - venne decisa e pianificata con largo anticipo quando fu certo che enrico mattei non avrebbe lasciato spontaneamente la presidenza�. in base ad alcune perizie tecniche, il magistrato sostiene che l�aereo cadde a causa di un�esplosione. la carica sistemata a pochi centimetri da mattei sarebbe stata innescata dal comando che abbassava il carrello. accertato, a suo dire, che si tratt� di omicidio, calia scarta la pista yankee. non sono state, dunque, le sette sorelle del petrolio, le grandi compagnie americane, a decretare la sua morte perch� nel frattempo erano state superate le ragioni di contrasto. insomma era venuto meno l�ipotetico movente. dagli usa all�italia il passo del magistrato � per� brevissimo. a caccia di un colpevole, calia - basandosi per lo pi� su appunti riservati dell�ucigos, del sisde e del sismi - ricostruisce in maniera sommaria i conflitti politici ed economici di allora. sulla base di una minuta dei servizi segreti il sostituto procuratore ricorda come �la destra� fosse soddisfatta per la scomparsa di una persona scomoda. dovendo poi allocare i nemici di mattei in un palazzo, calia, secondo quanto scrive la stampa , fa capire di pensare che l�ordine di far fuori il presidente dell�eni part� da piazza del ges�.
chi c�era in quegli anni alla segreteria della democrazia cristiana? aldo moro. il politico barese fu, infatti, a capo del partito di maggioranza relativa dal marzo del �59 al gennaio del �64. e francamente sostenere che moro - l�uomo che negli anni successivi pag� con la vita il suo impegno per la democrazia - abbia avuto un ruolo in un possibile omicidio mattei � un�affermazione choc. che forse una pi� attenta conoscenza di quegli anni, dei rapporti dentro la dc e dei veri conflitti tra potere economico e palazzo avrebbe evitato. ma tant��. la storia scritta dai magistrati, come � stato in seguito, presenta di questi rischi.
fatta questa doverosa precisazione, il documento prodotto da calia pu� essere addirittura uno stimolo per capire bene gli anni eroici del capitalismo italiano. e approfondire la storia della sinistra di base, la corrente democristiana fondata da mattei e dotata di grande originalit� culturale. la base prende alimento dai quadri della resistenza �bianca, gli uomini che in montagna contendevano ai �rossi� la leadership dell�opposizione al regime. la base fu, a suo modo, un partito che si fece azienda e che tramite l�eni svilupp� una sua politica estera fatta di aperture ai paesi del medio oriente e all�urss. nella vicenda di quella corrente si pu� rintracciare anche il grande tema delle distorsioni dei meccanismi di finanziamento della politica. e, non ultimo, va ricordato come quell�esperienza politica fu capace di produrre una classe dirigente diffusa. se ne parler� nei prossimi convegni dedicati a giovanni goria e a giovanni marcora, saranno due occasioni per non lasciare alla procura di pavia l�onere di raccontarci i primi anni sessanta.

Thursday, March 06, 2003

nessuno: ha ancora reclamato la salma di mario galesi il br morto dopo lo scontro a fuoco con la polizia ferroviaria. si trova ancora nella cella frigorifero dell'obitorio della misericordia di arezzo ed ancora nessun parente si � fatto vivo n� di persona, n� per telefono. come spiegano con chiarezza sulle agenzie di stampa, se entro la fine del mese nessuno dei parenti di galesi richieder� la salma, toccher� al comune di arezzo farsi carico delle spese dei funerali e della sepoltura.
rileggere la storia: si riparla di edgardo sogno in chiave diversa. sogno, � il momento della �riabilitazione� su la stampa

Wednesday, March 05, 2003

brividi br: da dagospia.com �questa mattina, a roma, adriana faranda, genuflessa con le lacrime agli occhi, chiede perdono a olga d�antona��

"chi questa mattina fosse passato per via novaro, la traversa di via teulada in cui hanno sede gli studi de la7, avrebbe assistito a una scena incredibile: i redattori alla finestra, affacciati a guardare una donna quasi genuflessa con le lacrime agli occhi, che veniva invitata ad alzarsi da un�altra donna, altrettanto commossa. erano l�ex brigatista rossa adriana faranda e olga d�antona, la vedova del professore assassinato nel maggio del 1999. ospiti entrambe del �fatto del giorno� condotto da antonello piroso per l�emittente di tronchetti provera, avevano mantenuto � a grande fatica, cos� almeno si intuiva guardando da casa la trasmissione - sotto controllo le proprie emozioni, fino a quasi alla fine, quando piroso ha chiesto alla faranda di rivolgere un messaggio agli uomini delle nuove br, riecheggiando l�appello che papa paolo vi rivolse ai sequestratori dell�onorevole moro nel 1978, tra i quali proprio la stessa donna. (dopo aver fatto incontrare dopo anni antonio di pietro e tiziana parenti, oggi faranda e d�antona, a quando piroso, novello clone di alberto castagna, convocher� per un bel tete-a-tete cesare previti e furio colombo?)"

Tuesday, March 04, 2003

oggi: non ho idee. solo da una parte una certa rabbia per delle cose che vedo in giro. un paio di persone che da un po' hanno un comportamento del c... vabb�. dall'altra riesco a riallacciare un minimo di contatti con la persona che in questo momento mi piace di pi� sulla terra. quindi...

Monday, March 03, 2003

onore al compagno baffone: di aldo cazzullo.

dal volantino adagiato su ogni sedia del palazzo dei congressi: �parole d'ordine da lanciare dopo il canto dei tre inni del pmli: 1. stalin/stalin/stalin (a pugno chiuso); 2. pmli/pmli/pmli; 3. no all'aggressione imperialista all'iraq�. �che cosa hai fatto tu nella vita compagno giornalista? qualche articolo? qualche libro? e sei venuto qui a fare le pulci al compagno stalin, che ha fatto l'unione sovietica?�. come dar torto ai militanti del partito marxista-leninista italiano. �ogni tanto sulla stampa borghese si alza qualche professore, docente di storia del capello grasso in universit� di provincia, e si permette di criticare stalin, uno che ha ereditato una nazione agricola e ne ha fatto una grande potenza industriale che andava da trieste alle kurili, dopo aver conquistato berlino e vinto una guerra mondiale contro hitler mica milosevic. ma lasciateci stare! fatevi la vostra contromanifestazione e non rompeteci le scatole�. la contromanifestazione, anzi �il vile attacco della teppaglia fascista e governativa�, � in corso presso l'hotel londra, officiata dal consigliere regionale di an achille totaro. il giorno prima era forza italia, con sandro bondi e paolo guzzanti, a contromanifestare all'hotel baglioni. �nemici del popolo� per i marxisti-leninisti qui convenuti per il cinquantenario della morte di stalin, �baffuto campione dell'antimperialismo� e �grande maestro del proletariato internazionale� come lo definisce monica martenghi direttrice de il bolscevico. il lessico � quello degli anni cinquanta, qui le parole della guerra fredda hanno ancora un senso: autocritica, dedizione, classe, massa, causa; il partito � �amato�, il discorso �brillante�, la riconoscenza �eterna�. altri nemici del popolo, spiega mino pasca a nome del comitato centrale, sono: fini, la russa e bocchino, unici a potersi considerare �fascisti� in senso tecnico; �i neofascisti� di forza italia, con il �neoduce berlusconi e il suo tirapiedi guzzanti�; i �traditori revisionisti� d'alema e cofferati; �l'imbroglione cossutta� e bertinotti, qualificato dell'epiteto pi� infame: trotzkista, seguace del �giuda trockij, frazionista, inconcludente, individualista�, fortunatamente eliminato in tempo. tutti costoro vengono invitati dalla direttrice martenghi a �darsi pace: stalin vive, � alla nostra testa. nessun maestro, nessun militante morir� mai; i suoi insegnamenti si tramanderanno dall'uno all'altro. noi non siamo nostalgici. siamo pionieri, arditi che lavorano nel presente per conquistare un luminoso avvenire�. altre parole d'ordine:
4. n� basi n� sorvoli/n� treni, porti, aeroporti/l'italia in guerra non deve entrare; 5. gi�/gi�/il neoduce berlusconi/buttiamolo gi� (con pollice verso); 6. italia/unita/rossa e socialista. atmosfera carbonara. tutti in camicia rossa, gli otto del comitato centrale sul palco e gli ottanta in platea, con coccarda scarlatta dalla scritta �con stalin per sempre� (�� vero che siamo pochi - incoraggia pasca - ma anche i bolscevichi erano appena 240 mila nella sterminata russia. noi siamo il partito che vuol fare la rivoluzione, e la far�; che vuol guidare il proletariato, e lo guider�). anziani, barbuti, ma anche e soprattutto ragazze, e giovani con orecchino, berretto da rapper e felpa con la foglia di marijuana che al compagno koba forse non sarebbero piaciuti. si conoscono ovviamente tutti, si filmano con telecamerine amatoriali, si fotografano, si applaudono, ringraziano i compagni che hanno solidarizzato - i soci del circolo drezinskj di firenze, i comunisti dell'aquila e di prato, i partigiani della sezione anpi di oltrarno - e salutano i partiti fratelli: il partito marxista-leninista di grecia, quello di germania e anche �il compagno messicano marco aurelio�. la sala � pavesata di bandiere rosse �da combattimento� come da definizione della direttrice, con falce e martello e profilo dei cinque maestri: marx, engels, lenin, stalin e mao. sono tutti grandi uguale ma, spiega pasca, �stalin � il pi� amato perch� � il pi� odiato dai nostri nemici: la borghesia da lui denudata, sbugiardata, umiliata, sconfitta; gli imperialisti che schiumavano di rabbia perch� a causa sua non potevano fare il loro mestiere di macellai dei popoli; l'hitler della casa bianca, il nuovo zar putin, il neocaudillo aznar e il neoduce berlusconi. qui sta la ragione del nostro rapporto speciale con stalin: pi� loro lo attaccano, pi� noi lo difendiamo; pi� lo calunniano, pi� lo amiamo; pi� lo demonizzano, pi� ci identifichiamo con lui�. lui, che quando mor� possedeva due cose sole, la vecchia pelliccia e �la coperta militare che lo proteggeva dal freddo al termine delle dure giornate di lavoro�. lui che merita almeno dieci grandi attributi, sintetizzati da pasca cos�: 1. grande maestro del proletariato internazionale; 2. edificatore del primo stato socialista al mondo; 3. dirigente vittorioso dell'internazionale; 4. condottiero del fronte unito internazionale che annient� il mostro nazifascista; 5. massimo dirigente organizzativo della grande rivoluzione socialista d'ottobre; 6. capeggiatore della lotta contro il revisionismo di destra e di sinistra; 7. risolutore della questione nazionale nel socialismo; 8. fondatore del partito bolscevico in transcaucasia; 9. pi� stretto compagno d'azione di lenin; 10. rivoluzionario di professione che n� carcere, n� repressione, n� deportazioni poterono piegare. si proietta un video, presentato sobriamente come �un'opera artistica che illumina la mente e scalda i cuori, realizzata con mezzi modestissimi, a dimostrazione che niente � impossibile a chi serve con tutto il cuore il popolo�. prima immagine, stalin anziano che saluta. la sala applaude. stalin bambino in seminario, �unica forma di istruzione possibile per il figlio di un calzolaio e nipote di un servo della gleba�; il profitto scolastico era comunque �eccellente�, e lo studio �vivo e non libresco�. contadini legati all'aratro. lenin (altro applauso in sala). giovane stalin alla testa degli operai petroliferi di baku. riunione bolscevica al cimitero, con la complicit� del custode, amico di stalin. primo arresto; prima evasione. immagini della corazzata potemkin, che qui nessuno considera una boiata pazzesca. rivoluzione e morte di lenin. stalin che abbraccia una contadina, mentre la voce fuori campo spiega: �le cosiddette purghe furono in realt� un passaggio della lotta tra due linee, quella proletaria di stalin e quella borghese di trockij, kamenev, bucharin, scandita da un dibattito pubblico, democratico, articolato e vivace. se errori furono compiuti, non sono certo addebitabili a stalin. semmai, alla mancanza di esperienza�. �errori fisiologici nella dialettica della vita� spiega pasca. chiosa la direttrice martenghi: �i cosiddetti crimini esistono solo nelle menti malate di fascisti, imperialisti e trotzkisti�. quanto ai kulaki, prosegue il video, erano �massa di manovra per la restaurazione del capitalismo, avrebbero continuato a sottrarre raccolti e a sabotare la collettivizzazione agricola�; non c'� quindi da stupirsi se fecero la fine che meritavano. dopo il patto che molotov fu �costretto� a firmare con ribbentrop, ecco la grande guerra patriottica. soldato dell'armata rossa che abbatte una svastica a stalingrado; applauso. scena integrale della presa del reichstag; quando viene issata la bandiera rossa l'applauso in sala si fa incontenibile, qualcuno s'alza in piedi, qualcuno piange. esecrazione del �manutengolo revisionista togliatti� e del �rinnegato tito�. esequie di stalin; donne in lacrime; manifesti funebri del pci; operaio italiano che bacia l'effigie di baffone. immagini degli eredi: mao (altro applauso) e giovanni scuderi, che del pmli � segretario generale ma oggi non prender� la parola. si limiter� a consegnare al compagno giuseppe una pergamena �di encomio solenne per il prezioso contributo alla diffusione della conoscenza della vita di stalin, contributo che rester� scritto a lettere d'oro nella storia del pmli e del proletariato�, e a dirigere con le mani i tre inni conclusivi - l'internazionale, il sole rosso e bandiera rossa - eseguiti sotto la direzione del compagno francesco, che ha una bella voce.
chiude alla grande la direttrice, denunciando �la canea della stampa di regime, il monarchico libero, il secolo d'italia, il giornale, la nazione, il roma e della stampa borghese, in testa la repubblica e la stampa. e che dire del vomitevole, vergognoso, unilaterale silenzio dell'unit�? e della falsa stampa comunista, di liberazione, del manifesto� su cui, aggiunge pasca, �oggi il trotzkista pintor ha vomitato veleno? ma voi, giovani, non lasciatevi turlupinare. abbiate il coraggio di studiare le opere di stalin. poi potrete dissentirne. ma prima dovete leggerle. tutte�. ultime e definitive parole d'ordine: 7. viva marx/viva engels/viva lenin/viva stalin/viva mao tse tung; 8. coi maestri vinceremo; 9. con stalin per sempre.

Saturday, March 01, 2003

ho paura: che la guerra ci sar�. pi� passano i giorni pi� mi sembra inevitabile. e questo non perch� io stia approfondendo particolarmente i motivi che animano la politica internazionale. del resto ho gi� detto qui che sono convinto che non si sappia molto di quello che succede veramente.

la guerra ci sar� perch� la vogliamo noi. tutti. lo senti dai toni, dai discorsi delle persone; dai suoni che circolano, che sono sempre pi� stridenti, io non riesco pi� a parlare con chi non la pensa come me. e cos� succede per gli altri.

siamo gi� pronti ad ammazzarci l�uno con l�altro. loro se la sono cercata, quelli che si fanno saltare in aria li capisco. questo ho sentito. ho paura.

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